|
|
Introduzione
|
A partire dal periodo preromantico e romantico, con il trionfo della filologia e dell'archeologia, nonchè dei lavori esoterici portati avanti da numerose logge massoniche, la supposta "invenzione" dei tarocchi comincò a scivolare sempre più indietro nel tempo, verso un'antichissima origine iniziatica, accessibile soltanto a pochi e solo dopo il superamento di durissime prove. Le ipotesi, naturalmente, furono molteplici: ci fu chi, come l'abate esoterista Eliphas Levi, li attribuì alla sapienza di Israele, chi li considerò retaggio di antichi oracoli, chi parto della fantasia gitana, chi l'ultimo dono di una civiltà misteriora e perduta, la mitica Atlantide, cui fa cenno anche Platone in uno dei sui dialoghi più famosi, il Timeo. Di tutt'altro avviso era invece il filologo Court de Gèbelin che li reputava esclusivo frutto della civiltà egizia, racchiusa nel leggendario libro di Thoth, da lui stesso, si narra riportato alla luce.
|
|
Una conferma sembrerebbe provenire proprio dagli elementi simbolici più profondi del mazzo, di stampo iniziatico-alchemico, fra i quali non è difficile ravvisare i pilastri dell'esoterismo occidentale, le leggi magiche degli antichi saperi, sintetizzate nella famosa tavola smeraldina atttribuita a Ermete Trismegisto:"Come in cielo così in terra, come in alto così in basso; una parte rappresenta il tutto; tutto possiede due poli, uno maschile e l'altro femminile; gli estremi si toccano". Quando attorno al 1300-1350 gli zingari dall'India diedero avvio al loro flusso migratorio, questo si divise in due tronconi. Il primo si diresse verso i Balcani; l'altro raggiunse l'Egitto, dove entrò probabilmente in contatto con le tematiche esoteriche qui lungamente coltivate. | |
|
|
Una seconda ipotesi, avallata da Elihas Levi, conduce invece ai Templari. I cavalieri del Sacro Sepolcro, dislocati a presidio dei luoghi santi in difesa dei pellegrini all'epoca delle crociate, ebbero modo di venire a conoscenza degli antichi saperi degli Ebrei, in parte tratti a loro volta dalla tradizione egizia durante la lunga prigionia del popolo di Mosè. Secondo le leggende massoniche sugli iniziati in terra d'Egitto, l'apostolo Marco avrebbe converito ad Alessandria d'Egitto un sacerdote del culto di Serapide, di nome Ormuz. Costui avrebbe creato la "Società dei Saggi della Luce" e avrebbe convertito altri sei persoanggi, che, a loro volta, avrebbero iniziato alcuni Esseni.
|
|